Praga, le mie prime impressioni
La prima impressione ha sempre il suo peso, ti rimane addosso anche quando poi cambi idea, anche quando alla fine ti lasci rapire dai luoghi e da altre atmosfere.
Così, quando ripenso al mio viaggio a Praga, è quella sensazione di disagio e straniamento che mi viene in mente, prima di tutto il resto. Arrivando da Monaco di Baviera, organizzata e all’avanguardia, il contrasto è stato forte e stridente.
Quasi cinque ore di autobus e a Uàn Florenc, la stazione centrale della capitale ceca, tutto mi è sembrato sfocato, straniante. Certo, molto contano le aspettative, le sensazioni che la lettura di viaggi e i racconti di altri ti lasciano dentro e che conti di ritrovare. Pensi a Praga e subito ti vengono in mente stradine lastricate di ciottoli, lampioni immersi nella nebbia, persone come fantasmi che in tutta fretta attraversano piazze deserte. Una città antica, struggente, romantica nel suo decadentismo e nei suoi gelidi inverni.
Questione di orientamento!
Scesa dal bus, invece, mi sembrava di stare dentro un’altra storia. Sentivo di non centrare l’essenza e il contesto. Forse il passaggio verso la cultura dell’est è stato troppo veloce e non ero preparata. Devo aver vagato per quella stazione diverse volte. Su e giù per le scale mobili, dentro e fuori la metro e intorno, sulla piazza, senza capire, senza orientarmi, sentendomi ogni volta spiazzata e fuori posto. Avevo bisogno di prendere la metro e non capivo dove acquistare il biglietto o, meglio, una card settimanale. Dovevo cambiare i soldi e non sapevo dove farlo, soprattutto non capivo come prendere corone ceche senza prendere una fregatura. Mi sentivo sopraffatta e atterrita.
Ecco, il mio ricordo di questo primo incontro con Praga è così, di disorientamento e depressione.
Mi ha salvato una signora bionda, gentile e sorridente, che fuori dalla metro, dal suo trespolo ben fornito, offriva libricini in tutte le lingue sulla bibbia evangelica. Mi ha visto persa, mi ha sorriso, mi ha chiesto dove ero diretta. Mi ha dato indicazioni precise, considerato che la metro rossa era chiusa a Muzeum e per arrivare a Náměstí Míru dovevo prendere la gialla fino a Můstek e poi cambiare con la verde.
Capita così, che nel bel mezzo della mittleuropa, tra un melting pot di razze e culture, appena arrivata in terra boema, ti guadagni e porti a casa il tuo bel libricino evangelico, scrupolosamente in lingua italiana. E non potevo che regalarle sorrisi e mille ringraziamenti. Ma quel senso di disagio è rimasto.
Ho trovato un Change in una porta laterale della stazione e accanto, una rivendita di biglietti. Ho cambiato al volo i soldi €1=25 Kč. e acquistato finalmente il biglietto per 1 day a 110 Kč. (€4,40). Una corsa €24 (€0,98)
Il centro città
Lasciate le valigie nell’appartamento, è verso il centro città che ho bighellonato fino a tarda sera. A fine agosto il clima è piacevole e andarsene a piedi a Praga offre scorci e svolte che non ti aspetti.
Un uomo appeso ad un ombrello, un muro psichedelico dedicato a John Lennon, il profumo intenso di zucchero e cannella dei Trdlo venduti nei baracchini all’aperto, la scultura di una mano all’angolo del palazzo, gli artisti di piazza che offrono spettacoli, un edificio che sembra sul punto di cadere su sé stesso, un’orchestra di piccoli violinisti al Giardino Wallenstein (Valdštejnská Zahrada). E io ho un debole per il violino. Per quel suono dolce e stridente che si diffonde intorno vibrando e che cattura e che avvolge e che ti esplode dentro in un fortissimo o ti strazia l’anima con un assolo che mette in sincronia tutte le emozioni.
A gambe incrociate, sull’erba appena tagliata e il sole tiepido, circondata da praghesi accorsi a sostenere i loro beniamini di famiglia, non mi sembrava vero di poter godere free di questo concerto, incontrato per caso, stanchissima, sulla scorciatoia di ritorno dalla visita al Castello.
Staroměstské Náměstí
E poi un’incredibile orda di turisti ovunque, un brulicare di stranieri sommersi dal fascino e dalla bellezza degli edifici, delle chiese, delle strade antiche e strette, dell’elegante architettura imperiale. Sciamano dalla piazza vecchia di Stare Mesto verso l’orologio astronomico, le guglie di Santa Maria del Tyn, il quartiere ebraico, il castello e il Ponte Carlo con i suoi romantici tramonti.
La metropolitana: Linea Verde, Rossa e Gialla – A, B e C
L’altra forte impressione che mi porto di Praga è la velocità delle scale mobili. Ogni volta che le prendevo, dovevo fare una scelta consapevole su quale gradino concentrarmi mentre comparivano sulla rampa e si allineavano uno dopo l’altro. “Ora!”
È la postura di avanzamento che è sbagliata. Io ce l’avevo in automatico impostata su ‘Modalità-Italia’, un’angolazione inadatta alla velocità praghese. Ogni volta avevo la sensazione di perdere l’equilibrio e artigliavo rapidamente il nastro laterale. Non dovevo neanche voltarmi indietro, perché soffro di vertigini e il dislivello è notevole.
La fermata dove alloggiavo era quella di Náměstí Míru, la più profonda a Praga e la scala mobile una delle più lunghe in Europa: in quasi due minuti e trenta ti prende dal centro della terra e ti porta in superficie. Io ero una di quelle che si tenevano.
A Roma viaggio su e giù sulla sinistra della scala mobile, chiedo permesso e svirgolo. A Praga ero irrigidita sul mio rettangolo di fiducia, il braccio teso a ghermire avidamente il corrimano al lato. Guai a fare qualsiasi movimento o guardare indietro.
Ma questa è stata solo una mia sensazione. Vedevo le altre persone viaggiare tranquillamente. E infatti mi dicono che è una caratteristica dei paesi dell’est, un retaggio di quel regime comunista che voleva i lavoratori alacri e produttivi. Per il bene comune eh.
Velocità delle scale che ritroverò poi anche a Budapest.
Connessi e ricaricati h24
Una buonissima impressione: l’mportanza del posto giusto al momento giusto. Quando sei in giro e vuoi conoscere il più possibile la città, seguire tour, lasciare il gruppo e tornare da sola a scattare foto in quel luogo che ti aveva colpito, capita di uscire di casa al mattino e tornarci distrutta la sera. Il problema di stare fuori a lungo è la ricarica della batteria e anche la connessione internet se sei fuori con i giga e vuoi scrivere, pubblicare, aggiornarti con i feeds e i messaggi. Con tutta la schiera di power- banks a disposizione e che durano sempre meno, immancabilmente a metà giornata rimanevo con un lumicino di batteria da mantenere in qualche modo in vita. Ho stazionato a lungo in bar e locali vergognandomi anche un po’, ma con la necessità di ricaricare un minimo e ce ne vuole per arrivare almeno al 50%. Poi ho finalmente trovato un posto che mi ha risolto la vita. A due passi da piazza Wenceslao (Václavské náměstí), percorso il tunnel sotto la fermata metro di Mustek, c’è un localino stiloso e accogliente, uno spazio nuovo che vorrei avere anche a Roma, dove ai tavoli ci sono le prese a cui attaccare i dispositivi da rivitalizzare e anche la connessione wi-fi. Aperto h24. Panini, birra, vetrate sulla strada, puoi rimanerci anche fino all’alba se vuoi lavorare prima di cadere esamine. Ho amato molto questo posto. CAFEDU Škrétova 490/12, Praha 2.
Ogni città ha le sue caratteristiche, offre sorprese e crea prime impressioni in un attimo. Ti fa sentire a casa o ti assale con un senso di disagio. È difficile da capire.
Gli inglesi dicono
You never get a second chance to make a first impression
Allora lasciami il tuo commento e raccontami come è stata la tua vacanza a Praga o se ti è mai capitato di amare profondamente un luogo e di voler assolutamente andare per poi sentirti quasi fuori posto!
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Sono stata a Praga in 5 superiore come gita scolastica e ho splendidi ricordi di una città veramente meravigliosa. Mi piacerebbe tornarci ora e visitarla in modo un po’ più consapevole!
Mi piace tantissimo leggere i post con le impressioni personali, bello questo tuo resoconto onesto del primo impatto con Praga. Purtroppo ci sono stata molti anni fa quando ero piccola con i miei genitori e ricordo solo qualcosa, sicuramente voglio tornarci. In genere non mi piace leggere molto sulle citta’ che non ho ancora visitato proprio perchè non voglio lasciarmi influenzare o creare aspettative troppo alte. Le due citta’ che non mi hanno fatto una grandissima impressione per me sono Copenaghen e Dublino. Mi sono trasferita da poco in quest’ultima e devo dire che l’ho trovata molto meglio di quanto ricordassi, forse dopotutto è possibile avere una seconda buona impressione 🙂
Ah vedi, anch’io molte aspettative da Dublino e Copenaghen! Bene a sapersi!
Praga ospita ogni anno milioni di turisti, eppure ciò non è bastato per rendere più dolci i duri caratteri dell’Est. A Budapest è ancora peggio!
Un saluto
Appena arrivati anche noi con la metropolitana abbiamo avuto un imprevisto, macchinetta automatica, solo quella , solo monete.. abbiamo prelevato e nessuno voleva cambiarci i soldi e resto in moneta. Siamo entrati tre volte al supermercato ! La città l’abbiamo apprezzata ma facendo in otr che comprendeva altre città è quella che abbiamo trovato meno socievole con i turisti
Ho capito anch’io che non c’è un atteggiamento diffusamento aperto verso i turisti. D’altronde gli capita sta masnada di barbari alla conquista della città, ci guardano male si! Bello visitare anche altre città ceche per meglio cogliere la cultura e le particolarità del paese.
Se non fosse stato per il commento che hai lasciato sul mio blog, non avrei mai scoperto il tuo, e senza saperlo mi sarei persa una pagina davvero interessante! Così come interessantissima è questa tua interpretazione di Praga. Come hai letto, con lei ho un rapporto speciale, ma posso capire le tue impressioni, e il tuo senso di straniamento. Specialmente arrivando alla stazione di Florenc, fino a poco tempo fa un mezzo incubo anche per me! Mi piace molto come hai raccontato la tua esperienza, e se è vero che la prima impressione non si può cambiare, spero che la seconda (se ci sarà) sia più convincente 😉
Benvenuta Celeste! Si, vedi che differenza di vedute! Tu con la tua bellissima storia mozzafiato, io con le mie paure 🙂
Una città molto particolare, Praga, che, addentrandosi meglio, cattura moltissimo, proprio come è successo con te.
E infatti io spero di tornare.
Grazie per aver trovato il tempo di lasciare il tuo messaggio 🙂